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Essere e sentirsi italiani attraverso la maglia azzurra: la primatista italiana dei 400 ostacoli ha raccontato il proprio percorso dalla Nigeria alle Olimpiadi, passando per il corso di laurea in Medicina

Ci sono tanti modi di raccontare Ayomide Folorunso: è una studentessa di Medicina, è una poliziotta, è una primatista italiana, è un’azzurra che ha vestito la maglia azzurra ai Giochi Olimpici.

Ed è una delle atlete scelte per portare nelle scuole ITALIANI – Essere e sentirsi italiani attraverso la maglia azzurra, il progetto di Fondazione SIT e Fiamme Oro che oggi ha fatto tappa a Breganze (Vi).  

La storia di Ayomide Folorunso inizia ad Abeokuta, in Nigeria, a un centinaio di chilometri dalla capitale Lagos: lì è nata, lì ha le sue radici familiari e da lì è partita sua madre Mariam, nel 2001, per raggiungere l’Italia.

Per tre anni Ayomide e la sua sorella minore Ayoade sono cresciute senza vedere la mamma fino a che, nel 2004, hanno finalmente potuto raggiungerla insieme a papà Emmanuel, che in Nigeria lavorava come geologo minerario.

“Quando sono arrivata a Fidenza avevo 8 anni – racconta Ayomide – Ricordo che il mio primo giorno in Italia l’ho vissuto con un gran febbrone: il viaggio era stato lungo, pieno di emozioni e tutto era nuovo e diverso”.

La vita in Italia è fatta anche di sport e e “Ayo” (che significa gioia) scopre l’atletica attraverso le prove scolastiche, dimostrando presto di avere talento: domina le gare locali e primeggia anche in quelle nazionali, spaziando in diverse specialità.

Nel 2013 avrebbe i requisiti per partecipare ai Mondiali under 18 in cinque differenti gare, ma non può vestire la maglia azzurra perché l’iter per la cittadinanza non si è ancora concluso e il passaporto le viene consegnato pochi giorni dopo la conclusione della rassegna iridata.

La voglia di indossare quella maglia e rappresentare l’Italia nelle competizioni internazionali è più forte delle difficoltà e, come nella sua gara preferita (i 400 hs), Ayomide va oltre gli ostacoli: l’anno dopo è finalista ai Mondiali under 20, nel 2015 sale sul podio agli Europei under 20.

Folorunso non è solo un fenomeno dell’atletica giovanile, ma anche di quella dei grandi: a soli 19 anni viene convocata per far parte della squadra italiana ai Giochi Olimpici di Rio 2016.

Nelle stagioni successive la campionessa delle Fiamme Oro ha riscritto più volte il record italiano (portandolo a 53”89 sulla pista di Eugene, in Oregon) ed è stata la prima azzurra di sempre a raggiungere una finale mondiale sui 400 hs (a Budapest, nel 2023).

Non solo ostacoli: con la staffetta 4×400 dell’Italia per due volte si è messa al collo una medaglia (un argento e un bronzo) agli Europei indoor.   

Una campionessa dentro e fuori la pista che, parallelamente alla carriera sportiva, porta avanti l’impegno per coronare il sogno di diventare medico. E tra le studentesse-atlete ha poche rivali: per due volte (nel 2017 e nel 2019) ha conquistato il titolo mondiale universitario.  

“In famiglia lo studio è importante, tanto che la stessa mamma, visto che la sua laurea non era riconosciuta in Italia, si è iscritta all’università e si è laureata nuovamente in scienze e tecnologie alimentari”. Un percorso familiare e personale che va oltre lo sport. Pur mantenendo radici profonde, la storia di Ayo riserva un’ulteriore sorpresa quando le chiedono quante volte è tornata nel Paese d’origine della sua famiglia. “In Nigeria ho trascorso i miei primi anni di vita – risponde – ma da quando viviamo in Italia non ci sono mai tornata”.